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CAPITOLO 2022

Amatevi come io vi amo

E’ questo il tema che accompagna l’intero percorso capitolare, illuminato da questa Parola alla quale dobbiamo continuamente ritornare. Non è solo un invito a riscoprire il senso vero del nostro essere e del nostro operare, ma anche una meta a cui guardare ogni qualvolta la fatica, lo smarrimento, la difficoltà di fare le giuste scelte ci accompagnano. Perché tutto questo sia possibile la misura è l’amore e la misura dell’amore è la dismisura. Una misura sovrabbondante che Dio ci chiede e che ci dona perché tutto possa realizzarsi nella carità e nella ricerca di un bene comune.

E’ all’interno di questa logica che va vista e vissuta anche l’elezione della Superiora generale.

Il giorno 16 luglio, memoria della Beata V. Maria del Carmelo, nel Centro di Spiritualità N. S. del Rimedio, Sua Ecc.za Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano, ha presieduto la celebrazione Eucaristica che precede l’atto di elezione della Superiora generale.

Momento significativo in cui si chiede, insieme, al Signore il dono dello Spirito Santo perché tutto sia celebrato e vissuto alla luce della volontà di Dio e per il bene dell’Istituto e della Chiesa.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato che: stiamo vivendo un fatto di Chiesa, un evento ecclesiale, viviamo nella Chiesa, per la Chiesa camminiamo nella Chiesa.

Alla presenza dell’Arcivescovo l’Assemblea si è riunita per procedere all’elezione della Superiora Generale. Questo momento inizia con il canto del Veni Creator e le preghiere di rito previste dal regolamento. Risulta eletta per il secondo sessennio Madre M. Luciana Zaru VIII Superiora generale dell’Istituto, originaria di Genoni, paese della diocesi Arborense che ha accolto l’Istituto nel suo nascere.

La neo-eletta ha emesso subito giuramento con cui ha dichiarato la propria volontà di espletare il mandato secondo lo Spirito del Vangelo e le Costituzioni delle Figlie di San Giuseppe.

Le Madri capitolari si avvicinano alla Madre per un abbraccio augurale ma che è segno della volontà di obbedire alla volontà di Dio manifestata nella persona della Madre. Dopo questo gesto carico di significato, col canto del Te Deum, l’Assemblea seguita dalle sorelle della comunità della casa, si è recata processionalmente in cappella per ringraziare il Signore.

Il secondo momento della fase elettiva è la scelta del Consiglio generale: si tratta di sorelle che in comunione con la Madre guideranno per il prossimo sessennio l’Istituto.

Sono state elette: suor Nolly Jose Vicaria Generale, suor Rosa Paola, suor Marie Chimene, suor Paoletta, Consigliere generali, suor Eleonora Economa generale.

Il primo sessennio di Madre Maria Luciana è stato accompagnato da situazioni di sofferenza legate all’emergenza sanitaria per il Covid 19, all’aumento della povertà e dei disagi legati alla povertà crescente e ai numerosi decessi. Tutta questa realtà ha interrogato e segnato profondamente anche il nostro Istituto, non solo per la compartecipazione al dolore dell’umanità, ma anche perché non ha permesso alla Madre di essere vicina e presente fisicamente nelle comunità delle sorelle in terre geograficamente lontane, che si spendono nel servizio e sono a contatto con tanta la sofferenza e i bisogni di tanti. Ma come lei stessa afferma nella sua relazione sessennale: guardando al tempo trascorso, per il nostro Istituto emerge un percorso fatto di ombre e di luci, di fatiche e di soddisfazioni, di incertezza e di speranza. In questo sguardo retrospettivo emerge dove la luce domina sulle tenebre, che la fatica si trasforma in bellezza, che l’incertezza si trasforma in coraggio. I sentimenti che nascono sono di benedizione e di lode al Signore che continuamente ci ricolma di beni, con la consapevolezza che tutto viene dalla sua infinita e misericordiosa gratuità che dà la vita, ci abilita ad essere piccoli strumenti umani, come deboli flauti di canna, nei quali il Suo Spirito, come dice il poeta Tagore, soffia melodie infinite.

Uno sguardo consapevole che apre a un futuro ricco di speranza, che fa cercare e trovare percorsi di servizio che mirano a rispondere ai bisogni e spesso al grido dell’umanità.

La storia del nostro Istituto è un luogo in cui il Signore ha deposto i semi del futuro perché possano germogliare e maturare in frutti evangelici per la Chiesa e nella Chiesa.

Come ci ricorda S. Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata (2 febbraio 1997):“La vita consacrata si pone nel cuore stesso della Chiesa, come elemento decisivo della sua missione, poiché esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo. Alle persone consacrate vorrei ripetere l’invito a guardare al futuro con fiducia, contando sulla fedeltà di Dio e la potenza della sua grazia, capace di operare sempre nuove meraviglie. Voi non avete solo una meravigliosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire. Guardate al futuro dove lo Spirito vi aspetta per fare con voi grandi cose”

L’invito a guardare al futuro con fiducia comporta la fiduciosa confidenza nel Signore tanto raccomandata dal nostro Padre Fondatore Felice Prinetti, con la gioia nel cuore disposte a rinnovare l’ unione con Cristo per un servizio ricco di amore, segno visibile della tenerezza di Dio per coloro che il Signore ci fa incontrare nel nostro cammino.

Professione Perpetua 8 Dicembre 2021 ore 17

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8 Dicembre 2021. Solennità dell Immacolata Concezione della Vergine Maria, patrona dei nostri Noviziati. Accompagnamo con gioia riconoscente le nostre sei nuove spose: sr Trysa, sr Helen, se Hanet, sr Adelia, sr Alana, se Eloisa con l augurio che la loro vita sia un continuo canto di gloria a Dio e tutte sperimentiamo ogni giorno la bellezza dell appartenenza totale al Signore.

Buon 2021

Buon 2021

Con le Madri Consigliere, sr M. Benedetta, Madre M. Daniela e le Sorelle della Casa Generalizia auguro di cuore BUON ANNO 2021, facendo nostro il pensiero del nostro carissimo Padre Fondatore: 

“Pregheremo di cuore perché il Signore dia luce e fortezza per far fronte agli eventi, ma poiché in ogni cosa non si farà che quanto il Signore ha disposto, non dubitiamo che tutto sarà per nostro bene e sua maggior gloria” ( pens. N. 181) 

Un caro abbraccio a tutte.

Anniversario 20 Settembre

Anniversario 20 Settembre

Annivesario della nascita della congregazione 132 anni

20 Settembre 2020 . Incontro a Genoni, Casa Madre . Insieme nel ringraziamento al Signore per il dono dell Istituto, della 1 lettera del Padre Fondatore alla Comunità di Genoni e per l Anno Prinettiano. Buona festa a tutte.

Madre M.Luciana 

10 Maggio

10 Maggio

Oggi,10 Maggio, Festa della Mamma.
Auguri alla Madonna, Madre di Gesù e madre nostra.
Auguri a tutte e nostre Mamma che ci hanno generato alla vita quelle che sono in terra e quelle che sono in cielo.
Auguri a ciascuna di noi, chiamata ad essere madre di ogni figlio che il Signore ci affida. Buona Festa con un caro saluto.

Una Madre come Dono

Una Madre come Dono

Presentazione del libro “Una madre come dono”

Prima di delineare, con una breve sintesi, la figura di Madre Eugenia Montixi, come emerge da questo libro, voglio esprimere un ringraziamento all’autore, che ci accompagna e ci assiste dal paradiso: Dottor Giovanni Maria Cossu, che ha voluto regalare all’istituto, con quest’opera, uno scrigno contenete la perla preziosa del Vangelo, incarnato nella vita di una donna, che ha  venduto tutto per possederla.

Il titolo dell’opera: una madre come dono, è per noi, Figlie di San Giuseppe, fortemente eloquente, perché in queste  due semplici parole, viene racchiuso il senso della vita della nostra prima superiora generale e quello della vita di ciascuna di noi, di oggi e del futuro.

 Il termine madre indica la vocazione alla maternità inscritta nella nostra natura femminile, sublimata e arricchita dalla consacrazione religiosa che si attua nel vivere le beatitudini evangeliche  il cui perfetto modello è Maria Di Nazareth. Una maternità che  per ogni madre implica la capacità di generare, far crescere  figli,  con il dono della propria vita.

La maternità di Madre Eugenia è un dono dello Spirito Santo all’Istituto e alla Chiesa, non solo perché ha garantito la sussistenza e la crescita dell’Istituto, quando il Padre Fondatore è stato richiamato in penisola dai suoi superiori , ma perche si pone come modello di vita, incarnazione del vangelo, tanto che il Padre Fondatore la definì: la regola vivente.

Un aspetto che mi piace evidenzia in quest’opera è la metafora della viola mammola usata dall’autore per esprimere, i tratti della personalità umana e spirituale di Eugenia Montixi: l’ umiltà, la silenziosa laboriosità, il suo donarsi nella carità attenta e discreta, profumata di gratuità e amore.

La fragranza della spiritualità di Madre Eugenia, come il profumo della viola mammola che si mimetizza nel verde del prato a primavera. deriva dalla profondità e intensità del suo rapporto con il Signore. Non aveva mai ufficialmente fatto i voti religiosi di povertà castità e obbedienza, ma li aveva vissuti, secondo le indicazione del suo padre spirituale, il Venerabile Padre Feice Prinetti, che aveva chiesto a lei e alle altre sorelle che avevano formato la prima comunità di Figlie di san Giuseppe, di vivere i voti per puro amore di Gesù Cristo. L’amore esclusivo a Cristo è il movente, il senso e lo scopo della vita di Eugenia Montixi.

L’appartenenza a Cristo, come unica e insostituibile ricchezza,  le permette di avere tutto senza possedere niente, nella linea della povertà evangelica che stabilisce il giusto rapporto tra l’uomo e i beni della terra , dati da Dio, perché l’uomo se ne serva per i suoi bisogni, riconoscendo la gratuità di colui dal quale i beni  provengono e usandoli per la sua gloria e la sua gioia, nell’equità e nella condivisione aperta a tutti.

Per questo Madre Eugenia è una donna di carità, con una spiccata sensibilità per i poveri, soprattutto i servi dell’azienda ai quali riservava la parte migliore di quello che si produceva in casa: pane, formaggio, marmellate, grano e vino.

Guidata e sostenuta dal Padre Prinetti che spesso ricordava alla Comunità di fare abbondante elemosina, che lui stesso praticava largamente, ogni volta che tornava a Genoni,  Madre Eugenia aveva trovato in lui un modello che imitava volentieri, tanto che nel ricordo di chi l’ha conosciuta, è rimasta l’immagine di una donna che dava generosamente ai poveri, per questo la maggior parte la della gente la chiamava, oltre che madre, nonna e madrina.

Da quest’opera si deduce che era una donna di obbedienza che come Maria ripeteva il suo “eccomi” a Dio come espressione della sua libera adesione, perché in lei e nella comunità si compisse la volontà di Dio. Un’obbedienza che faceva passare attraverso le mediazioni umane rappresentate dalle leggi della Chiesa, dalle regole stabilite dal Fondatore dell’Istituto, accolte con amorosa adesione agli eventi lieti e tristi che hanno caratterizzato la sua storia, e nella ordinarietà dei giorni, scanditi dalla preghiera, dal lavoro e dalla dedizione al prossimo.

Una donna di comunione, radicata nella relazione interiore con Dio e concretizzata nella vita fraterna. Come per le viole mammole, il profumo non viene percepito se promana da una sola viola, ma si avverte forte e intenso quando i fiori sono tanti, così è per la comunione comunitaria, è tanto più incisiva quanto più la comunione include tutti.  Anche in madre Eugenia la pazienza, la tolleranza, la stima delle sorelle la rendevano una persona armonizzata ,  capace di far nascere, costruire, alimentare ogni giorno sentimenti di serena fraternità, di creare nella Comunità una tale atmosfera  che, come dice il Padre Prinetti, avrebbe fatto risuscitare un moribondo.

Il segreto dell’armonia interiore in Madre Eugenia era la docilità allo Spirito Santo che si esprimeva nell’accompagnamento spirituale che riceveva dal suo direttore, il Padre Felice Prinetti che trovò in lei un’argilla docile a farsi plasmare, perche nella sua persona, progressivamente si imprimessero i tratti del suo Divin Maestro e riuscire ad amare con i suoi stessi sentimenti, imparando ad essere, come lui, mite ed umile di cuore.

Questo percorso di progressiva identificazione in Cristo, per Madre Eugenia, passa attraverso lo sviluppo e la pratica delle virtù teologali: fede , speranza e carità; delle virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, unite alla spiritualità della santa Famiglia di Nazareth, in particolare di San Giuseppe, padre e protettore dell’istituto.

Un’altra componente che accompagna tutta la sua esistenza è quella della Croce, accolta come via al cielo, come condizione di resurrezione e di vita piena. Una Croce che non deve mancare alle Figlie di San Giuseppe come segno di certezza  che si cammina nelle vie di Dio, alla sequela di Gesù Maestro e come segno di predilezione che associa al sacrificio di Cristo. Una croce legata alle scelte del dono d’amore per gli altri, alla disponibilità a pagare il prezzo della fatica, della pazienza, della rinuncia per i fratelli, come contributo all’amore, che solo può  realizzare pienamente la vita.

Voglio chiudere questa breve presentazione con l’augurio che Mons. Giovanni Maria Cossu, autore dell’opera ha fatto a tutte le Figlie di san Giuseppe:

“Oso sperare che questa piccola fatica valga a rendere più viva la memoria di Madre Eugenia, più stretti i vincoli della comunione fraterna della Famiglia Giuseppina, ammirata dalla virtù della sua prima Madre. Soprattutto voglio sperare che questa umile rievocazione di Madre Eugenia, in virtù della grazia di Dio, accenda nel cuore delle Figlie di san Giuseppe, il fervido desiderio di imitarla nel primario impegno di lei che fu quello di rispondere e corrispondere con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze all’amore paterno e sponsale di Dio Padre e figlio e Spirito santo, in spirituale obbedienza al desiderio di lei”

          Madre Maria Luciana Zaru

              Superiora Generale


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